25 giugno 2021 ore 15:30 Corte di Palazzo Mosca-Musei Civici e visita alla Sinagoga rinascimentale. Evento privato su invito. Si ringrazia il Comune di Pesaro, Assessorato alla Cultura e alla Bellezza, i Musei Civici di Palazzo Mosca e la Comunità Ebraica di Ancona per la collaborazione.
Qui sotto è possibile scaricare i pdf della commemorazion e delle letture.
WKO-ADA (già Associazione Danze Antiche) ricorda la cara prof.ssa Patrizia Pozzi, docente di Storia del Pensiero ebraico all’Università Statale di Milano e recentemente scomparsa, con la quale aveva approfondito la storia e l’importanza dei maestri di danza ebrei all’interno delle corti rinascimentali italiane.
Nata a Milano nel 1956, la filosofa Patrizia Pozzi si era dedicata ai vari aspetti del pensiero di Baruch Spinoza pubblicando, su questo autore, diversi titoli tra i quali Visione e parola. Un’interpretazione del concetto spinoziano di scientia intuitiva, tra finito e infinito (Franco Angeli, Milano 2012) e De vita solitaria: Petrarca e Spinoza (Mimesis, Milano 2017). Inoltre, aveva curato i ‘Quaderni Spinoziani’, tra cui L’eresia della pace – Spinoza e Celan. Lingua, memoria, identità.
Coautrice con Miuccia Gigante del libro Mai più lontani, Resistenza e antifascismo visti con gli occhi di una bambina, in ricordo del padre di Miuccia, Vincenzo, tra i primi oppositori al regime fascista, comandante partigiano, deportato e assassinato nella Risiera di San Sabba a Trieste, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria e iscritta all’Anpi di Cologno Monzese (Milano) e all’Aned, Patrizia Pozzi aveva condotto ricerche e studi sui vari aspetti del fascismo e sulla deportazione. Suo nonno, Antonio Fanzel, oppositore al nazifascismo fu deportato e ucciso nel lager nazista di Mauthausen.
“Ho conosciuto Patrizia, con la quale, come Anpi abbiamo organizzato numerose iniziative per il Giorno della Memoria. – ha scritto Cenati in una nota – Non dimenticherò mai la sua passione, le sue analisi precise e puntuali sulla storia della deportazione e dei crimini del nazifascismo. Patrizia era sempre disponibile nell’offrire il suo importante e indispensabile contributo, con l’entusiasmo e l’empatia che suscitava in tutti noi. Non la dimenticheremo mai”.
Nel 2017 dopo essere rimasta ricoverata in rianimazione, impossibilitata nel continuare a insegnare a causa della malattia, la docente aveva scritto una lettera per salutare i suoi allievi:
“Sono sopravvissuta per miracolo e grazie all’amore delle mie figlie… Scrivo al computer con gli occhi. Non posso essere assistita a casa e sono perciò ricoverata in un Centro apposito in provincia di Lecco, a Merate. Certamente, sarei stata la candidata perfetta per un lager nazista o per il castello di Hartheim, e per un forno crematorio, come avvenne a mio nonno, Antonio Fanzel, deportato politico ucciso a Mauthausen: aveva 35 anni e lasciava una moglie e cinque figli. Anch’egli, come milioni di esseri umani, passò per il camino: le fiamme che arsero i libri nel 1933 (il più grande il 10 maggio) furono le fiamme che arsero per cancellare chi era ritenuto indegno di vivere, anche i disabili, come me in questo momento della mia vita.
Ecco tutto… tutto piuttosto difficile: eppure mi piace ancora vivere e desidero continuare a vivere – scriveva ancora la studiosa -. E desidero poter scrivere, discutere, lottare secondo gli ideali che guidavano mio nonno e che hanno sempre guidato anche me: questo è per me linfa vitale. Non considero quello che non ho, ma quello che ho: e ringrazio il Cielo di poter avere ancora la luce degli occhi, del cuore, della mente”.