Guidobaldo II della Rovere, Duca di Urbino, alcuni giorni prima della sua morte (avvenuta a Pesaro il 28 settembre 1574) comunicò al Gonfaloniere della città: «Vi dono la mia rovere e voglio che sia posta nello stemma della Comunità sopra il quartiere bianco e rosso con quattro mani che si stringono tra esse e sorreggono la rovere, e sotto il motto “PERPETVA ET FIRMA FIDELITAS” (fedeltà salda e perenne) e voglio essere nominato Signore e Padre vostro».
Il municipio di Pesaro esaudì la volontà del Duca e modificò lo stemma della città aggiungendo sul “cartoccio” (il bordo dello scudetto) l’epigrafe «MUNUS. GUID. UB. [aldi] DE. RUVERE. PISAURI. D[omi]NI. ET. PATRIS.» (dono di Guidobaldo della Rovere Signore e Padre di Pesaro).
I Della Rovere furono una nobile famiglia italiana, originaria di Savona (Leonardo Beltramo di Savona Della Rovere è considerato il capostipite della casata), il cui nome è legato soprattutto alle vicende del Ducato di Urbino, Pesaro e dello Stato Pontificio. La nobiltà della dinastia venne fatta derivare dall’omonima casata torinese dei conti di Vinovo, di cui adottarono lo stemma azzurro con la quercia dorata. Il primo eminente personaggio della stirpe fu Francesco (1414-1484), divenuto Papa nel 1471 con il nome di Sisto IV. Grazie ai privilegi ottenuti dall’elezione al soglio pontificio, i Della Rovere ricoprirono importanti cariche ecclesiastiche e civili e furono condottieri della Chiesa. In onore del papa Sisto IV si chiamò così la Cappella Sistina, in seguito affrescata, per volere di un altro grande pontefice appartenuto alla famiglia (nipote di Sisto IV), Giulio II, dai più significativi artisti dell’epoca, tra cui Michelangelo, Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio, Luca Signorelli ed altri. Dal 1508 i Della Rovere ottennero il ducato di Urbino e nel 1513 la città di Pesaro. Il duca Guidobaldo da Montefeltro non aveva prole maschile e adottò per la successione il nipote Francesco Maria I Della Rovere, figlio della sorella Giovanna e di Giovanni Della Rovere, signore di Senigallia e congiunto di Sisto IV. Francesco Maria e la moglie Eleonora Gonzaga inaugurarono la linea dinastica Montefeltro Della Rovere e unirono nel nuovo blasone ducale il loro simbolo, la quercia, all’alloro dei Montefeltro. Con il periodo di reggenza del figlio Guidobaldo II Della Rovere mecenate di artisti e letterati, tra i quali Michelangelo Buonarroti, Tiziano Vecellio e Torquato Tasso, Pesaro, divenne capitale del Ducato nel 1523 e qui il Duca passerà gran parte della sua vita, facendo diventare Pesaro una delle corti più raffinate e splendide del Rinascimento. Tale dinastia si estinguerà nel 1631 con la scomparsa dell’ultimo duca di Urbino Francesco Maria II e nel 1694 con la partenza della nipote granduchessa consorte di Toscana Vittoria, che aveva ereditato il patrimonio dell’avo, ma non il ducato, subito annesso allo Stato Pontificio. Nel 1625 Francesco Maria II, dietro pressione del papa Urbano VIII, cedette il ducato ad un governatore ecclesiastico. I beni della casata furono trasferiti a Firenze in seguito alle nozze di Vittoria della Rovere con Ferdinando II de’ Medici, mentre il ricco patrimonio librario fu incorporato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il granduca Gian Gastone (1671-1737) e la sorella Anna Maria Luisa (1667-1743) furono gli ultimi discendenti da quel matrimonio.
Mentre Lucrezia, sorella minore dell’ultima duchessa di Urbino Livia Della Rovere, figlie di Ippolito e di Isabella Vitelli, sposò nel 1609 l’aristocratico di origini pisane Marcantonio Lante (1566-1643), marchese di Castelleone di Suasa e di San Lorenzo in Campo. La loro unione diede vita al ramo Lante Montefeltro Della Rovere.