Le Mistiche pazze per Dio

Le Mistiche pazze per Dio. La via femminile al Romanticismo nel Medioevo. Un libro di Antonetta Carrabs e Iride Enza Funari, Nemapress Edizioni.
Dal libro una drammatizzazione a cura di ADA Danze Antiche
nella Galleria comunale Santa Croce di Cattolica per la rassegna Marzo per LEI questo evento è spostato a prossima data.
Nell’attesa vi offriamo queste interviste qui sotto e il link al video della presentazione dello spettacolo. Isolati, ma non soli!

Ringraziamo inoltre Laura Gallotta per questo bellissimo video sulla Visio prima di Ildegarda di Bingen realizzato con il metodo Caviardage per noi.

Qui l’intervista alle autrici. Ascolta:

Intervista alla psichiatra e criminologa d.ssa Rossana Botti, dirigente presso l’Ospedale di Desio, aderente al movimento spdc no restraint, sul fenomeno del misticismo femminile: una mistica non è una psicotica…

Intervista al M° Enrica Sabatini che ha realizzato le coreografie per questo spettacolo: a presto con le danze, non appena riprenderemo spazi e luoghi con la fine di questa emergenza sanitaria.

Musica medievale con Enrica Sabatini

Ringraziamo Enrica Sabatini, musicista e danzatrice, nostra docente di danza medievale e docente di danza rinascimentale per la sezione ADA Montefeltro, per questo brano dal Codex Faenza che ci ha inviato e qui eseguito insieme a Fabio Falcone, formatosi al Centre de Musique Ancienne di Ginevra. Il claviciterium è opera del pesarese Roberto Livi .

Marina Gelmetti – La lirica amorosa

Francesco Petrarca  Solo et pensoso (Canzoniere, 35)

Ringraziamo la prof.ssa Marina Gelmetti per la lettura e il commento a questo meraviglioso sonetto. E’ in corso di caricamento prossimamente la spiegazione formale del sonetto.

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.

È uno dei sonetti più celebri del “Canzoniere”, composto prima del 1337 e in cui Petrarca descrive se stesso intento a camminare in luoghi remoti e selvaggi, nel tentativo (vano) di evitare i suoi pensieri amorosi e, soprattutto, per non mostrare agli altri il suo aspetto afflitto rivelatore delle sue pene sentimentali. La lirica è interessante, oltre che per l’accuratezza stilistica e retorica, anche per l’oggettivazione del sentimento interiore attraverso il paesaggio esterno, poiché la desolazione dei luoghi solitari percorsi dall’autore rispecchia pienamente la sua intima afflizione (questo è uno degli elementi di maggior novità della poesia petrarchesca, nonché di distanza dalla precedente tradizione della lirica cortese).

 

Poesia nel Quattrocento

Ringraziamo l’attrice Margò Volo per regalarci queste due bellissime poesie : “Liquida Luce” di Matteo Maria Boiardo e, tratta dalle Rime – Canzone a ballo CIX, di Agnolo Poliziano “Benedetto sie il giorno, l’ora ‘l punto…” testi che  ricordiamo risuonare durante lo spettacolo organizzato da ADA nel Santuario dei Grandi Dei, Samotracia 2017.

Buona visione e ascolto!

Matteo Maria Boiardo. Poeta, conte di Scandiano (Scandiano 1441 – Reggio nell’Emilia 1494). Cortigiano amico di Ercole d’Este, a cuì dedicò i carmi De laudibus Estensium (146274) e dieci egloghe latine, capitano ducale a Modena (148087) e a Reggio (148794), alternò le cure del governo del suo feudo e quelle delle faccende di corte e degli uffici con traduzioni dal latino e con l’attività poetica. Avvenimento importante della sua vita fu l’amore per Antonia Caprara, da lui conosciuta nel 1469, le cui vicende cantò negli Amorum libri III, il più bel canzoniere del Quattrocento, pubblicato postumo nel 1499.
http://www.treccani.it/enciclopedia/matteo-maria-boiardo

Angiolo POLIZIANO. Agnolo di Benedetto nacque il 14 luglio del 1454 a Montepulciano da una famiglia popolana, che poi fu detta “dei Cini”, ma che al padre e a lui piacque di denominare da un altro avo “degli Ambrogini”; sennonché, prevalendo allora su ogni altra designazione il luogo d’origine, egli stesso si firmava spesso “il Poliziano” e così fu comunemente detto. Per una rappresaglia di offese private gli fu scannato il padre (1464), e il ragazzo fu mandato a Firenze presso certi parenti per alleviar di lui il peso all’impoverita famiglia. Ben poco sappiamo di questi oscuri anni: un suo epigramma latino ci mostra come le sue precoci ambizioni si gelassero al vento della miseria. Lo soccorse in tempo l’intelligente mecenatismo di Lorenzo il Magnifico: come questo aiuto si attuasse, non sappiamo; ma certo fu morale oltre che materiale; a noi, oggi, par d’intendere che Lorenzo vedesse nel giovanetto precoce, che faceva stupire i dotti per certe interpretazioni catulliane e sapeva egli stesso poetare elegantemente in latino e in greco, uno strumento ai suoi fini di restaurazione culturale della città.
http://www.treccani.it/enciclopedia/angiolo-poliziano_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Marina Gelmetti – Dionysus (Le Baccanti – Euripide)

Is the Mother of Alexander the Great in the Tomb at Amphipolis ...

Ringraziamo la prof.ssa Marina Gelmetti per la lettura della prima apparizione del Coro nelle Baccanti di Euripide. Sotto il commento.

Usa i tasti freccia su/giù per aumentare o diminuire il volume.

traduzione italiana Prima apparizione del Coro Le baccanti

Versione completa al link: http://www.filosofico.net/euripidebaccanti42.htm

Inno orfico a Dioniso

Qui sotto la versione teatrale delle “Baccanti” di Daniele Salvo, con la partecipazione della nostra socia Alessandra Salamida. Versione completa al link: http://www.e-performance.tv/2016/03/dionysus.html

Un estratto:

e qui sotto il film Baccanti di Giorgio Ferroni del 1961

ADA Samotracia 2019 SHIVA – DIONISO – APOLLO

ADA Programma Samotracia 27Luglio2019

Marina Gelmetti – Lucrezio e l’Umanesimo

Molti e molti libri potrete trovare sull’argomento… segnaliamo comunque questo bell’articolo di Paolo Mieli: Lucrezio, una scoperta che aprì il Rinascimento, che potrete trovare a questo link:  https://www.corriere.it/cultura/12_settembre_04/mieli-lucrezio-scoperta-apri-rinascimento_54b20f9a-f698-11e1-ac56-9abd64408884.shtml

Qui accanto il pdf: Lucrezio e Umanesimo

Il link per trovare il testo integrale del De rerum naturahttp://www.latinovivo.com/Testintegrali/Lucrezindex.htm

E ringraziamo la prof.ssa Marina Gelmetti per la lettura in metrica del Libro I del De rerum natura e per il suo commento al che potrete trovare, entrambi qui sotto, dopo questa breve presentazione.

De rerum natura (“Sulla natura delle cose” ) è un poema didascalico latino in esametri di genere epico-filosofico, scritto da Tito Lucrezio Caro nel I secolo a.C.; è composto di sei libri raggruppati in tre diadi. La tragica fine del sesto libro ( la peste di Atene) ha fatto pensare all’incompiutezza dell’opera di Lucrezio poiché questa era in netto contrasto con l’inizio del primo libro (inno a Venere). Tuttavia il numero dei libri scritti da Lucrezio rientra nel filone epico-didascalico: infatti si attribuisce in genere l’appartenenza a questo filone delle opere composte da sei libri o multipli di sei.

In questo poema il filosofo e poeta latino si fa portavoce delle teorie epicuree riguardo alla realtà della natura e al ruolo dell’uomo in un universo atomistico, materialistico e meccanicistico: si tratta di un richiamo alla responsabilità personale e di un incitamento al genere umano affinché prenda coscienza della realtà, nella quale gli uomini sin dalla nascita sono vittime di passioni che non riescono a comprendere. La principale fonte dell’epos lucreziano, infatti, è il Περὶ φύσεως di Epicuro. L’autore si assume il compito di fornire agli uomini gli strumenti per eliminare le paure e raggiungere l’atarassia, ovvero l’assenza di turbamento propria del saggio, l’unico capace di ottenere una vittoria razionale sui sentimenti.

Qui la lettura:

E qui il commento:

E per concludere porgiamo questo video poetico e rigoroso al testo, dell’Inno a Venere (pubblicato su Internet), buona visione e buon ascolto!

Marcello Parisi – La stoffa come Arte

Ringraziamo la fotografa Elena Parisi, che ha collaborato con ADA in diverse occasioni, per segnalarci questo suo intenso ed interessantissimo lavoro familiare che ci permette di conoscere un artista molto speciale: Marcello Parisi: www.marcelloparisi.org

Marcello Parisi nasce a Galati Marina nel 1945, trascorre la sua infanzia e la sua gioventù in Sicilia.
Ama la pittura e mostra una creativa irrequietezza. Nel 1967, quando la sua famiglia si trasferisce a Como, Marcello entra in contatto con il mondo dei disegnatori per tessuti dell’ambiente della produzione della seta e inizia a intraprendere questa professione.
Parallelamente continua a coltivare la sua passione artistica, ottenendo riconoscimenti e premi. Utilizza nei suoi quadri i colori della stampa per tessuti, creando composizioni che si mantengono ancorate alle atmosfere di sapore mediterraneo, dove si incrociano e si fondono culture millenarie.
Nel 1968 apre lo Studio Marcello Parisi a Milano. Marcello si occupa della parte creativa della progettazione dei disegni, sviluppando intense collaborazioni, in particolare con Paola Giovoni, fresca di studi all’Accademia di Brera e sua futura moglie, con la quale condivide la gestione dell’attività professionale.
Nel 1996 entra a far parte dell’équipe creativa dello Studio la figlia Elena, specializzatasi all’Istituto Europeo del Design.
Nel 1997 dopo le molte collaborazioni con i grandi nomi della moda lo Studio inizia a realizzare una linea di produzione di accessori in edizione limitata con un proprio marchio.
Apprezzato fashion designer, Marcello Parisi ha vissuto disegnando tessuti per le principali aziende del panorama internazionale della moda.
Scompare prematuramente nel 2000.

Dipingere oggi il Quattrocento – Mauro Drudi

Dipingere oggi il Quattrocento – Mauro Drudi e LEI
https://youtu.be/Eg3znmS7URA

Interviste e video on-line dall’Atelier dell’artista
https://youtu.be/OHD-J1-J4H0
https://youtu.be/14KpPPG8obk

Cattolica – Marzo per LEI
Una serie di iniziative dedicate alle donne durante tutto il mese di marzo

“La donna: Drudi da tempo l’ha scelta quale protagonista assoluta delle sue opere, luce e travaglio interiore continuo, la sente nei momenti e motivi storicamente considerati positivi o negativi.
L’Annunziata è l’archetipo dalla quale discendono tutte le donne in esposizione, tuttavia ognuna di esse narra un suo mondo compiuto, è espressione di una propria storia carica di dolore, dolcezza, emozioni. I ritmi cromatici, in special modo quelli che alludono e interpretano la donna positiva, sono lenti, piatti e, ad esempio il celeste è purezza, spiritualità. Il disegno si svolge a larghe volute, come se l’immagine compaia per essere ammirata.”
                                                                                                                             Franco Ruinetti

Mauro Drudi nasce a Cattolica, sulla riviera adriatica, nel dicembre del 1963. Di madre pittrice e padre commerciante, smette di dipingere a olio a 7 anni, smette di fare grafica pubblicitaria a 15, smette di correre in moto a 20, di studiare a 21. Espletato il servizio militare, riprende a studiare e dopo pochi anni a dipingere e a scrivere narrativa, poesia e critica letteraria. Nel frattempo si laurea in Lingue.
Pubblica un romanzo ‘on-line’ dal titolo Virata per Fazi Editore e racconti, recensioni, testi critici e poesie presso riviste ed editori specializzati. Assieme a Oliviero Toscani, Marco Morosini e al musicista balcanico Goran Bregovich scrive per Rai 2 lo spettacolo intitolato ‘Amen’ riguardante le tre religioni monoteiste. Nel 2002 comincia a insegnare Spagnolo presso la scuola interna dell’Ospedale di Muraglia, a Pesaro, centro specializzato nella cura di bambini malati di leucemia e diventa direttore de ‘Il Seme’, una cooperativa di solidarietà che aiuta persone disagiate o meno dotate a inserirsi nel mondo del lavoro.
Nel Maggio del 2003 esce per Larcher Editore il ‘noir’ intitolato Una giornata di pesca. Nello stesso anno fonda l’Associazione Culturale Popolare MELODICA che organizza concerti con i migliori jazzisti italiani. Dal 2010 si dedica completamente alla pittura esplorando i temi della donna da più lati e quello del rapporto fra l’arte rinascimentale e altre pietre miliari della storia dell’arte mondiale e il nostro tempo.
Nel 2016 “LEI – una riflessione pittorica sulla donna” è oggetto della tesi di laurea presso la Facoltà di architettura di Firenze. Nello stesso anno comincia la collaborazione col filosofo Andrea Mecacci, docente di Estetica presso l’Università di Firenze, che scrive le introduzioni critiche per i cataloghi “Flowers” di Arezzo e per il più ampio progetto “LEI”, progetto che diventa anche la copertina del suo saggio intitolato “Dopo Warhol” edito da Donzelli Editore.

Celebrazioni per il VI° centenario della nascita di Guglielmo Ebreo da Pesaro (Pesaro 1420 – Urbino dopo il 1484) – Dipingere oggi il Quattrocento

Una nuova sensibilità filologica e il ritorno a Tolemeo

Ringraziamo vivamente Lucia Bellizia e l’Associazione Apotélesma per questa brillante conversazione che potrete qui sotto riascoltare.

Lucia Bellizia
Una nuova sensibilità filologica e il ritorno a Tolemeo

Alla fine del Quattrocento, col ritorno del greco in Occidente, si fa strada l’istanza umanistica del recupero del vero volto della cultura antica.

Per riascoltare la conversazione del 7 febbraio prossimo:

Konstantìnos Kavàfis letto da Alessandra Salamida

Presentiamo le poesie del grande Kavafis, lette dalla nostra socia e attrice Alessandra Salamida, qui sotto, dopo una breve presentazione del poeta.

Konstantìnos Kavàfis,  (gr. Κωνσταντῖνος Καβάϕης).  Poeta greco (Alessandria d’Egitto 1863 – ivi 1933).

Di cospicua famiglia costantinopolitana poi decaduta, trascorse parte della giovinezza in Inghilterra; tornato nella città natale, vi condusse una vita povera d’eventi, facendo l’impiegato al ministero dei Lavori pubblici. Della sua produzione, influenzata nella prima fase dalla poetica simbolista, salvò soltanto 154 componimenti, fatti conoscere agli amici attraverso piccole raccolte stampate privatamente. Estraneo alla tradizione della lirica greca per la sua espressione prosastica e aliena da retorica, l’ironia che vena gli intenti gnomico-didascalici, le scelte linguistiche, K. percorre, mirando al sublime, i varî gradi di un’esperienza estetica tanto più straordinaria in quanto congiunta alla pratica dell’amore omosessuale. Questa coscienza della propria oltranza è, di fatto, il luogo dello spirito, la dimensione metatemporale entro la quale il poeta attira, ravvivandoli con la folgorazione della memoria, gli eventi storici, per lo più dell’epoca bizantina ed ellenistico-romana, l’aria della città natale, i corpi di splendidi giovinetti. Alla pubblicazione postuma del corpus delle poesie riconosciute (Ποιήματα, 1935), è seguita quella delle prose (1963) e delle poesie rifiutate (᾿Ανέκδοτα ποιήματα 1882-1923, 1968). Un numero crescente di traduzioni in quasi tutte le lingue del mondo attesta dell’enorme fortuna del poeta, la raccolta integrale della cui produzione è stata pubblicata in Italia nel 2020 sotto il titolo Tutte le poesie.

da: https://www.treccani.it/enciclopedia/konstantinos-kavafis/

KAVAFHS-2003 (1)

DA KAVAFIS A SEFERIS

Kavafis Kolonia

La poetica del tradurre nel Kavafis di Nicola Crocetti

Più che puoi (a proposito di Kavafis)