Domenica 6 ottobre 2024 – ore 16:30 e 17:30 Teatro Comunale di Gradara – La danse en rose… a cura di WKO_ADA Danza storica
La Vie en Rose
Dal 3 al 6 ottobre a Gradara c’è “La Vie en Rose Essence 2024”, un evento curato dalla Proloco di Gradara e finanziato dalla Regione Marche. Un percorso un po’ romantico e un po’ vintage, con mercatini artigianali , animazioni nei vicoli del borgo, attori e figuranti, musicisti, il sentore di sapori dimenticati e per il palato di tutti i golosi un percorso del gusto con i produttori di eccellenze marchigiane, il tutto in un’atmosfera un pò bohemien….
L’emozione della pittura moderna. Quadri, disegni e incisioni stupendi! Visi di porcellana e colori incisivi tra le pieghe di stoffe magnifiche. Sguardi intensi persino negli occhi di un asino o di una gallina… Certo il Palazzo Ducale di Urbino non è da meno, ma avere l’opportunità di ammirare le opere del Barocci è un vero, intenso e duraturo arricchimento per l’anima.
da https://gndm.it/federicobarocciurbino/ La mostra monografica che per quattro mesi – dal 20 giugno fino al 6 ottobre 2024 – si potrà ammirare nei suggestivi spazi del Palazzo Ducale di Urbino. Curata da Luigi Gallo (Direttore della Galleria delle Marche) e Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Urbino), con Giovanni Russo e Luca Baroni, la mostra porta per la prima volta a Urbino le opere di uno dei suoi figli più illustri: Federico Barocci (1533-1612).
Pittore, straordinario disegnatore e innovativo incisore, per quasi un secolo Barocci segna la scena artistica italiana ed europea. Nonostante la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali, egli riesce a imporsi con tenace fatica come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del ’500.
Grazie a un insieme di prestiti provenienti da principali musei nazionali e internazionali che arricchiscono la collezione già molto importante della Galleria Nazionale delle Marche, la mostra, di taglio monografico, raccoglie 76 tra dipinti e disegni di Barocci, illustrando tutte le fasi della sua lunga carriera.
Inoltre, per la prima volta, il percorso artistico del maestro urbinate viene presentato secondo un ordinamento tematico, volto ad approfondire le peculiarità della sua produzione inserendola nel contesto della grande arte del Cinquecento e del Seicento.
«Per la prima volta in Urbino – dice il Direttore Gallo –, un’ampia mostra monografica illustrerà l’opera di uno dei massimi pittori italiani: Federico Barocci. L’inconsueta scelta dell’artista di restare nella città natale, pur avendo conosciuto i centri maggiori dell’arte italiana, e in particolare Roma, non gli impedì di diventare famosissimo e ottenere importanti committenze da tutta Italia e non solo. Articolata in sezioni tematiche, la mostra ospiterà eccezionali capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo e sarà impreziosita da un ampio focus sui disegni dell’artista che dimostreranno lo studio lungo e accurato che precedeva la realizzazione di ogni sua opera».
INFO MOSTRA FEDERICO BAROCCI URBINO. L’emozione della pittura modernaa cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari 20.06.2024 – 06.10.2024 Inaugurazione: 18.06.2024, ore 12:00 Orari: da MA a DO: dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15); LU chiuso Ingresso: € 12 intero; € 2 ridotto Catalogo edito da Electa Galleria Nazionale delle Marche Palazzo Ducale di Urbino Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU) Telefono: 0722 2760
Un velo misterioso e dorato avvolge Bisanzio. Ponte liquido tra Oriente e Occidente, tra Antichità e Rinascimento. Mille anni di storia che integrano le nostre radici, eppur la sua storia sembra essere solo per gli addetti ai lavori…
Potete scaricare la conversazione del 4 giugno 2024 a cura del dott. Tommaso Giuliodoro, qui sotto al link. Buon ascolto!
Il mese di maggio, dedicato a Maria la Θεοτόκος , si celebra con il concerto Virgo Dei Genitrix , in un insolito dialogo tra Organo e Saxofono, proposto dai due giovani e promettenti musicisti: Giovanni Goggi (organo) e Maria Andreana Pinna (saxofono), formatisi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Vi aspettiamo il 14 maggio alle ore 19:00, per la stagione musicale “Organo e…” in San Carlo al Lazzaretto, Piazza Bellintani 1, Milano. Un appuntamento speciale da non perdere!
Dopo la pausa pasquale riprende, il 16 aprile alle ore 19:00, la stagione musicale “Organo e…” in San Carlo al Lazzaretto, Piazza Bellintani 1 a Milano, con l’insolito duo “Organo e… nacchere” formato dal giovane e talentuoso organista maiorchino Nadal Roig i Serralta e la straordinaria naccherista, pianista e danzatrice Ludovica Mosca. Un appuntamento speciale da non perdere!
L’artista filosofo e la visione mistico-estetica nella Grecia Classica e nell’India antica A cura di Marialuisa Sales
Molti anni or sono intrapresi un lungo percorso nel teatro-danza dell’India, profondamente ispirata dal testo “De saltatione” di Luciano da Samosata e dalla raffinata ed eloquente sintesi dell’arte del Gandhara. E’ rendendo omaggio alla sapiente figura dell’orchestés, il danzatore pantomimo che riunisce in sé l’artista, il matematico, il pedagogo e il filosofo, che lo scritto esplora l’affinità di intenti e metodi tra la sacra arte del teatro-danza indiano e il dramma greco, suggerendo altresì una comparazione tra il concetto di rasa e mousikē. Ben lungi dall’essere una mera occasione di svago, l’esperienza estetica è sempre stata considerata in India pari a quella yogica, ove il “rasa” (l'”assaporamento estetico”) diviene capace, anche solo in via transitoria. di annullare la divisione tra soggetto e oggetto della percezione.
LA POESIA E’ IMITAZIONE (Aristotele, Poetica, 1447 a, paragrafo 15) L’Epopea e la tragedia ed ancora la commediae il ditirambo ed anche gran parte dell’auletica e della citaristica, tutte, prese nel loro insieme, si trovano ad essere imitazioni; ma differiscono tra loro sotto tre aspetti, e cioè per il loro imitare o in materiali diversi o cose diverse e non allo stesso modo.
PUNTO 6, paragrafo 25 •La tragedia è dunque imitazione di un’azione nobile e compiuta, avente grandezza, in un linguaggio adorno in modo specificatamente diverso per ciascuna delle parti, di persone che agiscono e non per mezzo di narrazione, la quale per mezzo della pietà e del terrore finisce con l’effettuare la purificazione di cosiffatte passioni.
PUNTO 9 paragrafo 5 •Ma, poiché la tragedia è imitazione non soltanto di un’azione compiuta, ma anche di casi terribili e pietosi, questo effetto nasce soprattutto quando i fatti si svolgono gli uni dagli altri contro l’aspettativa…
PUNTO 11 Peripezia, riconoscimento e fatto orrendo •Peripezia è il rivolgimento dei fatti verso il loro contrario. il riconoscimento è il rivolgimento dall’ignoranza alla conoscenza; il fatto orrendo è una azione che reca rovina o dolore.
LE TRE UNITA’ ARISTOTELICHE
UNITA’ DI TEMPO, punto 10. Confronto tra l’epopea e la tragedia La tragedia cerca il più possibile di stare entro un solo giro del sole, epopea… UNITA’ D’AZIONE punto 8 paragrafo 30/35. L’imitazione è una quando è di un unico oggetto… è imitazione di una azione sola e per di più tale da costituire un tutto concluso. UNITA’ DI LUOGO , punto 24 paragrafo 25 Il modello dell’epopea… nella tragedia non è possibile imitare più parti di una azione, che accadono simultaneamente, ma soltanto quella parte che si svolge sulla scena e viene recitata dagli attori.
Domenica 14 maggio a Cassinetta di Lugagnano si celebra la “Festa della semina”. dalle 9 alle 12 “Seminiamo Arte”
mostra fotografica i paesaggi del distretto “Riso e rane” , fotografie d’autore nel centro polifunzionale di Cassinetta di Lugagnano a cura di Susanna Ceretti e del nuovo gruppo fotografico di Rosate
Mostra e laboratorio di pittura “Arte a quattro zampe” centro polifunzionale a cura della pittrice anna Maria Giorgi
Dalle 14 alle 15:30 Country-Dance. Esibizione a cura del gruppo WKO-ADA, condotta la Lucio Paolo Testi e laboratorio Country.Dance aperto al pubblico.
A contorno ella festa della semina, due percorsi cicloturistici per ammirare i paesaggi agresti e forestali del distretto “Riso e rane”
pedalando tra borgo e borgo in bicicletta lungo il Naviglio Grande e il Naviglio di Bereguardo che uniscono due dei borghi più belli d’Italia
pedalando in montani bike e Gravel nelle campagne e nei boschi del Parco Lombardo della Valle del Ticino
CON VOCE UMANA. Arte e vita nei
corpi di Maria Callas e Ingeborg Bachmann. (Edizioni Ponte alle Grazie, Firenze, aprile 2022.)
Conversazione con l’autrice Laura
Boella, arricchita da ascolti musicali e poetici con la partecipazione di
Chiara Gelmetti.
«Tra Bachmann e Callas si è
insinuato il desiderio di un’altra voce, la voce umana della vita,
dell’amore, di un’arte che non mortifichi la bellezza riducendola a
intrattenimento, di una libertà che non costringa una donna a mentire.
Attraverso il loro incontro anch’io ho sentito risuonare una voce che
conoscevo, familiare e insieme sorprendente, che non mi chiedeva di diventare
un’altra, ma di riconoscere che si paga un prezzo, quello del distacco e
dell’impersonalità, quando la si tiene nell’ombra.» (Laura Boella)
Milano, 1956. La scrittrice
austriaca Ingeborg Bachmann assiste al Teatro alla Scala alla prova generale di
Traviata con la regia di Luchino Visconti, la direzione di Carlo Maria Giulini
e Maria Callas nel ruolo di Violetta. Quell’esperienza la scuote al punto da
farle scrivere: «Che cosa sia la grande arte, che cosa sia un’artista l’ho
capito il giorno in cui ho ascoltato la cantante Maria Callas». Le parole che,
a distanza di anni, la scrittrice dedica a quell’incontro testimoniano qualcosa
che va oltre l’ammirazione per una grande interprete; in esse risuona un
messaggio che toccala vera natura dell’arte e la sua capacità di avvicinarsi
all’assoluto, di incarnare qualsiasi esperienza. Ma cosa era successo quel
pomeriggio? E cosa ci racconta, oggi, quell’incontro, di noi? Per comprenderlo,
Laura Boella è andata a caccia delle due artiste che, dietro la maschera del
mito – due “Divine”, nei rispettivi campi – hanno vissuto, ciascuna a
suo modo, “sul filo del rasoio”. Prigioniere del pregiudizio, ostaggi della
notorietà, pericolosamente esposte; eppure, e forse proprio per questo, capaci
di far risuonare, nella sua irriducibilità, la propria voce: “una voce
umana”.
LAURA BOELLA è stata professore ordinario di
Filosofia Morale e di Etica dell’ambiente presso il Dipartimento di Filosofia
dell’Università Statale di Milano. Ha dedicato numerosi studi e traduzioni al pensiero di György
Lukács e di Ernst Bloch, volgendosi successivamente al pensiero femminile del
‘900. Ha inoltre sviluppato il tema delle relazioni intersoggettive,
dell’empatia e della simpatia, proponendo un confronto critico tra l’attuale
ricerca scientifica e la prospettiva fenomenologica. Tra le sue pubblicazioni, Sentire
l’altro. Conoscere e praticare l’empatia (2006), Neuroetica. La morale prima della morale (2008), Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (2012), Le imperdonabili. Milena Jesenská, Etty Hillesum, Marina Cvetaeva,
Ingeborg Bachmann, Cristina Campo (2013), Empatie. L’esperienza empatica nella società del conflitto (2018), Hannah Arendt. Un difficile umanesimo (2020), Cuori pensanti. Cinque brevi lezioni di filosofia per un tempo
difficile (2020).
CHIARA GELMETTI. Vicepresidente Vicario di WunderKammer Orchestra (già fondatrice e presidente di A.D.A. Associazione Danze Antiche), ha affiancato alla formazione scolastica e scientifica, lo studio della musica, del canto e della danza. Si è laureata con il massimo dei voti e lode in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano. Ha ideato e condotto performance e seminari di danza storica e sperimentale in Italia e all’estero. Insignita del Premio per la Danza BPW Fidapa-Comune di Milano nel 2012, ha portato la danza storicamente informata fuori dalle sedi consuete: negli Istituti scolastici, negli Ospedali, nelle Case di reclusione e ha collaborato con diversi festival musicali. Ha curato, insieme ad Alessandro Pontremoli, i volumi “Guglielmo Ebreo da Pesaro e la danza del Quattrocento” (ABE, 2015 e 2017) e “Cesare Negri, un maestro di danza e la cultura del suo tempo” (Marsilio, 2020). Ha pubblicato: “Armonia e Unità nella danza italiana dalla seconda metà del XV secolo alla prima metà del XVI” (in “Platone nel pensiero moderno e contemporaneo”, A. Muni Limina Mentis, vol.XIV, 2018,), “Danza e cultura ebraica nel Rinascimento italiano” (Limina Mentis, 2022), e “Dalla donna giardino al Paradiso” (Rivista Aracne, feb. 23). Vincitrice del premio
“Donne e Poesia per la cultura di pace” (Fidapa Modoetia, 2018), alcune sue
poesie sono state pubblicate nelle raccolte poetiche del Premio Luzi.
Infatti, non appena la bellezza del giorno primaverile [la bellezza primaverile del giorno] si svela, ed il soffio del favonio vivificatore, dischiuso, prende forza, per prima cosa gli uccelli del cielo annunciano te e il tuo arrivo, o dea, colpiti in cuore dalla tua potenza. Quindi le bestie feroci [oppure: le bestie selvatiche (e) gli animali domestici] balzano qua e là per i pascoli rigogliosi ed attraversano i fiumi vorticosi: così (ciascuna bestia), presa dal (tuo) fascino, ti segue desiderosa ovunque tu voglia condurla [dove insisti a condurla]. Infine, per i mari ed i monti ed i fiumi impetuosi e per le frondose dimore degli uccelli ed i campi verdeggianti, ispirando a tutti nel cuore un soave (sentimento d’) amore, fai sì che con desiderio propaghino le loro generazioni stirpe per stirpe.
Vedi: Andrea Francalanci, Le tre grazie della “Primavera” del Botticelli: la danza fra allegoria e realtà storica. ,Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, 1992 .
Ecco la lettura di questi bellissimi versi dell’Inno a Venere dal De rerum natura di Lucrezio da parte dei nostri soci filologi e classicisti