Sant’Antonio Abate nella tradizione e nell’arte a cura di Carlo Gelmetti

Vergine e bambino con Sant’Antonio Abate e San Giorgio, Pisanello, 1445

Ringraziamo il prof. Carlo Gelmetti per la presentazione di questo anacoreta e Padre della Chiesa, taumaturgo e dominatore del fuoco sacro, e quindi in grado di essere il guaritore per eccellenza di ogni forma di malattia dolorosa, nonchè protettore degli animali (con l’unguento del maiale, gli Antonini curavano l’herpes zoster)
Celebrato in tutte le parti di Italia nel freddo mese di Gennaio, ma le cui tracce di chiese ed ospedali si estendono dall’Inghilterra alla Francia e alla Germania, appare raffigurato da tutti i grandi pittori che lo ritraggono tra tentazioni e assalti del demonio.

Nacque nel Medio Egitto verso la metà del III secolo, da una famiglia facoltosa. A vent’anni, dopo aver ascoltato, nell’assemblea eucaristica, la proclamazione del vangelo di Mt 19, 21: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri… poi vieni e seguimi”, decise di consacrare totalmente la sua vita a Dio. Prima scelse una forma di vita ascetica restando nel suo villaggio. In una seconda tappa si trasferisce in un antico cimitero, per lottare apertamente contro il demonio. A trentacinque anni si ritira nel deserto, in un fortino abbandonato, ove rimane per vent’anni.
Attorno a lui si radunano altri asceti e accorrono malati, sofferenti nel corpo e nello spirito, a cercare conforto. In questa terza tappa si situa il suo ritorno alla città di Alessandria, a motivo della persecuzione dei cristiani; non potendo subire il martirio, Antonio accorre a confortare i cristiani perseguitati. Cessata la persecuzione, ritorna nel deserto per il suo “martirio della coscienza”. Per ispirazione divina si ritira, questa volta, in regione ancora più isolata, sulla montagna. Anche qui accorrono a lui discepoli e persone bisognose di conforto e di luce. È in questo periodo che scende per la seconda volta ad Alessandria, per confutare gli ariani. Morì il 17 gennaio 356, e fin dall’antichità la sua memoria è custodita in tutte le Chiese con grande venerazione, grazie anche alla biografia scritta dal vescovo sant’Atanasio che lo apprezzò moltissimo.
La Vita di Antonio è presentata, prima ancora che come modello di vita monastica, come esempio di vita cristiana, tipo dell’incarnazione della fede e dell’amore di Cristo, vero Dio e vero uomo. Tradotta in latino e ben presto in tutte le principali lingue del mondo abitato e raggiungibile dal messaggio cristiano, divenne principio della diffusione della forma di vita monastica in tutte le Chiese. Nell’ambito della polemica antiariana, il vescovo Atanasio scrive la vita di Antonio pensandolo idealmente come esempio di quella divinizzazione dell’umano resa possibile dall’incarnazione di Dio. Al termine della esistenza terrena, dopo aspre lotte contro i demoni, la sua persona è descritta come interamente trasfigurata dalla grazia, tale da riflettere come in uno specchio la gloria di Dio. Oltre a questa biografia, rimangono di lui sette lettere e trentotto apoftegmi, raccolti nella serie alfabetica.

https://www.chiesadimilano.it/almanacco/santo-del-giorno/sdg-anno-a-2022-2023/santantonio-abate-ed-eremita-4-1272675.html

Musikè: poesia-suono-gesto gen-feb25

WKO-ADA Musikè: La raffinata eleganza della poesia: un mix di suoni e di ritmi.Tre conversazioni a cura di Marina Gelmetti

12/1 – 26/1 – 9/2  ore 18:00  Zoom online

12/1 Dalla parola come comunicazione alla parola come poesia

26/1 La raffigurazione poetica della donna e della natura tra suoni aspri e suoni dolci

9/2 Dalle sonorità dannunziane alla frantumazione dell’endecasillabo nell’Ermetismo

Eros e Psiche – Fiammetta Comelli

Ringraziamo la giovane d.ssa Fiammetta Comelli (Laurea magistrale, con lode, in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano), per la sua presentazione della favola Eros e Psiche di Apuleio, nella conversazione online WKO-ADA del 22 dicembre 2024.

Potete riascoltare l’audio qui sotto:

e rivedere alcune delle immagini proiettate durante la conversazione:

e, infine, ordinare il volume Eros e Psiche facente parte della raccolta “Amori mitici” del Corriere della sera al seguente link:
https://store.corriere.it/Eros-e-Psiche/hx4KEgLVJMcAAAGQSGM95bq./pc?CatalogCategoryID=6cwKEgLVB0QAAAGQXhg95bq

Sotto il testo, tradotto in italiano, della favola in formato pdf:

La vie en rose… 6 ottobre 2024 Gradara (PU)

https://www.gradara.org/eventi-a-gradara/la-vie-en-rose-2024/

Domenica 6 ottobre 2024 – ore 16:30 e 17:30 Teatro Comunale di Gradara – La danse en rose… a cura di WKO_ADA Danza storica

La Vie en Rose

Dal 3 al 6 ottobre a Gradara c’è “La Vie en Rose Essence 2024”, un evento curato dalla Proloco di Gradara e finanziato dalla Regione Marche.
Un percorso un po’ romantico e un po’ vintage, con mercatini artigianali , animazioni nei vicoli del borgo, attori e figuranti, musicisti, il sentore di sapori dimenticati e per il palato di tutti i golosi un percorso del gusto con i produttori di eccellenze marchigiane, il tutto in un’atmosfera un pò bohemien….

Federico Barocci – Urbino 2024

L’emozione della pittura moderna.
Quadri, disegni e incisioni stupendi! Visi di porcellana e colori incisivi tra le pieghe di stoffe magnifiche. Sguardi intensi persino negli occhi di un asino o di una gallina… Certo il Palazzo Ducale di Urbino non è da meno, ma avere l’opportunità di ammirare le opere del Barocci è un vero, intenso e duraturo arricchimento per l’anima.

da https://gndm.it/federicobarocciurbino/
La mostra monografica che per quattro mesi – dal 20 giugno fino al 6 ottobre 2024 – si potrà ammirare nei suggestivi spazi del Palazzo Ducale di Urbino.
Curata da Luigi Gallo (Direttore della Galleria delle Marche) e Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Urbino), con Giovanni Russo e Luca Baroni, la mostra porta per la prima volta a Urbino le opere di uno dei suoi figli più illustri: Federico Barocci (1533-1612).

Pittore, straordinario disegnatore e innovativo incisore, per quasi un secolo Barocci segna la scena artistica italiana ed europea. Nonostante la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali, egli riesce a imporsi con tenace fatica come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del ’500.

Grazie a un insieme di prestiti provenienti da principali musei nazionali e internazionali che arricchiscono la collezione già molto importante della Galleria Nazionale delle Marche, la mostra, di taglio monografico, raccoglie 76 tra dipinti e disegni di Barocci, illustrando tutte le fasi della sua lunga carriera.

Inoltre, per la prima volta, il percorso artistico del maestro urbinate viene presentato secondo un ordinamento tematico, volto ad approfondire le peculiarità della sua produzione inserendola nel contesto della grande arte del Cinquecento e del Seicento.

«Per la prima volta in Urbino – dice il Direttore Gallo –, un’ampia mostra monografica illustrerà l’opera di uno dei massimi pittori italiani: Federico Barocci. L’inconsueta scelta dell’artista di restare nella città natale, pur avendo conosciuto i centri maggiori dell’arte italiana, e in particolare Roma, non gli impedì di diventare famosissimo e ottenere importanti committenze da tutta Italia e non solo. Articolata in sezioni tematiche, la mostra ospiterà eccezionali capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo e sarà impreziosita da un ampio focus sui disegni dell’artista che dimostreranno lo studio lungo e accurato che precedeva la realizzazione di ogni sua opera».

INFO MOSTRA
FEDERICO BAROCCI URBINO. L’emozione della pittura modernaa cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari
20.06.2024 – 06.10.2024
Inaugurazione: 18.06.2024, ore 12:00
Orari: da MA a DO: dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15); LU chiuso
Ingresso: € 12 intero; € 2 ridotto
Catalogo edito da Electa
Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)
Telefono: 0722 2760

Bisanzio. Ponte tra Antichità e Rinascimento

Un velo misterioso e dorato avvolge Bisanzio. Ponte liquido tra Oriente e Occidente, tra Antichità e Rinascimento. Mille anni di storia che integrano le nostre radici, eppur la sua storia sembra essere solo per gli addetti ai lavori…

Potete scaricare la conversazione del 4 giugno 2024 a cura del dott. Tommaso Giuliodoro, qui sotto al link. Buon ascolto!

Per conoscere il relatore:

https://www.sismed.eu/it/anagrafica-dei-soci/tommaso-giuliodoro/

https://hellenic.princeton.edu/people/tommaso-giuliodoro

Virgo Dei Genitrix – Milano 14 maggio 2024

Il mese di maggio, dedicato a Maria la Θεοτόκος , si celebra con il concerto Virgo Dei Genitrix , in un insolito dialogo tra Organo e Saxofono, proposto dai due giovani e promettenti musicisti: Giovanni Goggi (organo) e Maria Andreana Pinna (saxofono), formatisi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Vi aspettiamo il 14 maggio alle ore 19:00, per la stagione musicale “Organo e…” in San Carlo al Lazzaretto, Piazza Bellintani 1, Milano.
Un appuntamento speciale da non perdere!

Rosetón – 16 aprile 2024 – Milano

Dopo la pausa pasquale riprende, il 16 aprile alle ore 19:00, la stagione musicale “Organo e…” in San Carlo al Lazzaretto, Piazza Bellintani 1 a Milano, con l’insolito duo “Organo e… nacchere” formato dal giovane e talentuoso organista maiorchino Nadal Roig i Serralta e la straordinaria naccherista, pianista e danzatrice Ludovica Mosca. Un appuntamento speciale da non perdere!

L’ARTE DEL TEATRO TRA L’INDIA E LA GRECIA

L’artista filosofo e la visione mistico-estetica nella Grecia Classica e nell’India antica
A cura di Marialuisa Sales

Molti anni or sono intrapresi un lungo percorso nel teatro-danza dell’India, profondamente ispirata dal testo “De saltatione” di Luciano da Samosata e dalla raffinata ed eloquente sintesi dell’arte del Gandhara. E’ rendendo omaggio alla sapiente figura dell’orchestés, il danzatore pantomimo che riunisce in sé l’artista, il matematico, il pedagogo e il filosofo, che lo scritto esplora l’affinità di intenti e metodi tra la sacra arte del teatro-danza indiano e il dramma greco, suggerendo altresì una comparazione tra il concetto di rasa e mousikē. Ben lungi dall’essere una mera occasione di svago, l’esperienza estetica è sempre stata considerata in India pari a quella yogica, ove il “rasa” (l'”assaporamento estetico”) diviene capace, anche solo in via transitoria. di annullare la divisione tra soggetto e oggetto della percezione.

Teatro greco – Teatro romano a cura di Marina Gelmetti

LA POESIA E’ IMITAZIONE (Aristotele, Poetica, 1447 a, paragrafo 15)
L’Epopea e la tragedia ed ancora la commedia e il ditirambo ed anche gran parte dell’auletica e della citaristica, tutte, prese nel loro insieme, si trovano ad essere imitazioni; ma differiscono tra loro  sotto tre aspetti, e cioè per il loro imitare o in materiali diversi o cose diverse e non allo stesso modo.

PUNTO 6, paragrafo 25 •La tragedia è dunque imitazione di un’azione nobile e compiuta, avente grandezza, in un linguaggio adorno in modo specificatamente diverso per ciascuna delle parti, di persone che agiscono e non per mezzo di narrazione, la quale per mezzo della pietà e del terrore finisce con l’effettuare la purificazione di cosiffatte passioni. 

PUNTO 9 paragrafo  5 •Ma, poiché la tragedia è imitazione non soltanto di un’azione compiuta, ma anche di casi terribili e pietosi, questo effetto nasce soprattutto quando i fatti si svolgono gli uni dagli altri contro l’aspettativa…

PUNTO 11  Peripezia, riconoscimento e fatto orrendo •Peripezia è il rivolgimento dei fatti verso il loro contrario. il riconoscimento è il rivolgimento dall’ignoranza alla conoscenza; il fatto orrendo è una azione che reca rovina o dolore.

LE TRE UNITA’ ARISTOTELICHE

UNITA’ DI TEMPO, punto 10. Confronto tra l’epopea e la tragedia
La tragedia cerca il più possibile di stare entro un solo giro del sole, epopea…
UNITA’ D’AZIONE punto 8  paragrafo 30/35.  L’imitazione è una quando è di un unico oggetto… è imitazione di una azione sola e per di più tale da costituire un tutto concluso. 
UNITA’ DI LUOGO , punto 24 paragrafo 25 Il modello dell’epopea… nella tragedia non è possibile imitare più parti di una azione, che accadono simultaneamente, ma soltanto quella parte che si svolge sulla scena e viene recitata dagli attori.