Al centro della facciata del duomo di Milano c’è una scritta in cui si ricorda l’intitolazione della cattedrale: “Mariae nascenti”. Cioè qualcosa che sempre accade.
Un tempo Milano aveva una doppia cattedrale, intitolate rispettivamente a santa Maria Maggiore e a santa Tecla: quando nel 1386 la città, per iniziativa dell’arcivescovo Antonio di Saluzzo e del duca Gian Galeazzo Visconti decise di costruirne una nuova al posto di quelle due antiche, si decise per un’intitolazione diversa. Sembra che la decisione sia stata presa poiché Milano era stata colpita dalla peste che aveva falcidiato in particolare i bambini e quindi la dedicazione era un’implorazione a Maria per la salvezza dei più piccoli. In realtà la venerazione per Maria bambina era di antica data in città e aveva il suo fulcro in una chiesa che oggi non c’è più, Santa Maria Fulcorina (sorgeva nei pressi di Piazza Affari). Una venerazione così radicata che ha portato nel dopoguerra a una seconda dedicazione, con la bella chiesa progettata da Vico Magistretti al quartiere QT8. […] Grazie a quel participio presente, “nascenti”, annuncia alla città non qualcosa che è accaduto, ma qualcosa che sta accadendo ora, in ogni istante… (Giuseppe Frangi)
Il percorso mariano che caratterizza silentemente e profondamente la città di Milano, è stato più volte organizzato dalla nostra associazione, prendendo solitamente avvio nel cuore di questa dedizione, nel santuario nascosto di Santa Maria bambina che, nella prima ricoperta cerchia dei Navigli, conserva il simulacro dell’infante sacra.
Alla piccola e potente piccola regina dedichiamo questi ascolti del Salve Regina, la cui melodia monodica a noi tutti nota, è stata ripresa e sviluppata dai grandi musicisti fino ai giorni nostri.
A conclusione di quest’articolo le immagine di LEI dell’artista Mauro Drudi, di cui sotto potete rilegger la genesi e la nostra piccola collaborazione che il Covid19 ha bloccato, ma che ci auguriamo di riproporre nel prossimo marzo 2023.