In streaming dal Teatro alla Scala di Milano il Così fan tutte con un click:
Mozart trascorse quasi un anno della sua breve vita a Milano. Qui si innamorò e divenne operista, qui conobbe Giuseppe Parini e Giovan Battista Sammartini, una delle massime autorità musicali del tempo, qui più che altrove capì lo stile italiano. Il giovane Wolfgang Amadeus si perde nei divertimenti del carnevale ambrosiano, assiste alle esecuzioni capitali, suona l’organo della chiesa di San Marco, tiene concerti, frequenta cantanti, passa sovente le serate in casa del conte Karl Joseph von Firmian, il plenipotenziario austriaco. Per il castrato Venanzio Rauzzini compone il mottetto “Exsultate, jubilate”, uno tra i più belli che ci abbia lasciato.
Cecilia Bartoli canta l’Alleluja dell’Exsultate Jubilate. 2006. Direttore: Riccardo Muti. Clicca al link: https://youtu.be/YruVzW6zjdk
Armando Torno ricostruisce il soggiorno milanese del giovane musicista e di suo padre Leopold, i loro incontri e le molte composizioni mozartiane che in questa città presero forma, le loro speranze ma anche qualche piccola delusione.
Mozart, spunta un inedito:
è l’Allegro composto a Milano
Il pezzo verrà eseguito (in streaming) mercoledì 27 per la prima volta a Salisburgo. Il compositore lo scrisse a 17 anni. Passò di mano sette volte. Una storia rocambolesca,
Il celebre tenore è per il terzo anno direttore artistico del Mozartwoche Festival, che si inaugura domani con l’Allegro in re K 626b/16, per celebrare il 265° anniversario della nascita del compositore.
Dal Mozarteum di Salisburgo, alle 18 in streaming sulla piattaforma DG Stage, l’inedito verrà eseguito dal pianista Seong-Jin Cho, sudcoreano di 26 anni. Mozart ne aveva nove in meno, quando, 17 enne, nel 1773 durante il suo terzo tour in Italia, a Milano, completò l’Allegro.
«Si tratta — racconta Villazón — di una trascrizione per piano di un pezzo orchestrale, una danza. Anche se è breve, dura 94 secondi, ci parla di un universo musicale completo, ed è di una qualità straordinaria». Ci sono echi del soggiorno a Milano? E l’Italia? «Sì nel senso che nel vostro Paese Mozart ha appreso tantissimo, a cominciare dal contrappunto. Più che sul piano musicale, nella freschezza del brano si può immaginare la gente che vedeva, i luoghi che visitava, la lingua. Mozart è un amico, un complice di vita, ha capito l’essenza della vita e l’ha tradotta in musica».
L’Allegro (disponibile dal 29 in versione digitale grazie a Deutsche Grammophon) verrà suonato due volte nel corso della serata, e sarà incastonato a parole, in una sorta di simposio in cui l’Allegro viene contestualizzato, all’interno dell’arco compositivo mozartiano dal comitato scientifico del Mozarteum. Non deve trarre in inganno il numero del catalogo mozartiano redatto nell’800 dal musicologo austriaco Köchel: infatti, seguendo l’ordine cronologico, 626 è assegnato all’incompiuto Requiem, l’ultima sua opera, mentre l’Allegro come si è detto lo scrisse a 17 anni. Ma 626 seguito dalla lettera «b» raccoglie 48 pezzi e frammenti di composizioni spesso di datazione incerta.
«Non è — continua Villazón — una Sinfonia completa, sappiamo che tra 50 e 100 pezzi di Mozart sono andati perduti, perciò è un evento di grande importanza». È Mozart che torna nella sua Salisburgo. Conservato su entrambi i lati di un unico foglio manoscritto, l’Allegro fu dato dalla sorella maggiore di Mozart, Maria Anna che in famiglia chiamavano Nannerl e con questo vezzeggiativo è passata alla Storia, al figlio più giovane del compositore, Franz Xaver. Il quale lo cedette a Aloys Fuchs, collezionista e musicista dilettante. A fine ‘800 la proprietà passò a un antiquario e mercante d’arte viennese, quindi messo all’asta alla sua morte, nel 1899. La sua esistenza fu annotata nel catalogo di Köchel, ma l’opera sfuggì al vaglio degli studiosi malgrado fosse presente in più aste. Nel 2018 l’inedito è stato offerto in vendita alla Fondazione Mozarteum dal proprietario, un ingegnere franco-olandese che l’aveva acquistato da un commerciante parigino.
«L’Allegro cadde in mani che non sapevano, che non capivano l’importanza di ciò che possedevano e magari il manoscritto lo dimenticarono in qualche scaffale, tra libri delle loro biblioteche», dice Villazón.
Operato per una cisti alle corde vocali nel 2009, il tenore, pur senza abbandonare il canto («faccio due produzioni liriche all’anno e dei recital, ma sono più completo come artista») si è reinventato nei talent show, come conduttore radiofonico, direttore artistico e romanziere: «Il mio terzo libro si intitola Amadeus in bicicletta».
Ed ecco qui il link per rivedere la famosa aria della “Regina della Notte” dal Flauto magico tratta dal film di Milos Formann AMADEUS