“Vorrei che rifletteste su cosa avreste fatto se aveste vissuto in quel periodo. Come sareste riusciti a conservare la vostra individualità, la vostra umanità, sia come vittime che come carnefici? Qual è quella cosa speciale, dentro di voi, a cui vi sareste aggrappati? Come avreste fatto a non farvi manipolare dal male? Vorrei credere che quando vi capiterà di scegliere tra l’umanità e il male sappiate cosa scegliere. E sono situazioni che vi capiteranno sempre, a partire dalla scuola, in ogni momento della vostra vita. Dovrete sapere che parte prendere.” (da un’intervista a David Grossman)[1]
[1] Comune e II Circolo didattico di Ravenna, Una storia per non dimenticare, a cura di Rita Lugaresi, Danilo Montanari Editore, Ravenna, 2012, p. 53.
IL VIAGGIO DI ROBERTO
Per mezzosoprano, baritono, voce bianca solista, due voci recitanti (maschile/femminile), quartetto vocale (satb), coro di voci bianche, ed ensemble [sassofono, quartetto di percussioni, quintetto d’archi] o piccola orchestra [quintetto di fiati, quartetto di percussioni, quintetto d’archi] (2014)
Prima esecuzione: Ravenna, Teatro Alighieri, Dicembre 2014 – sassofono: David Brutti; percussioni: Quartetto Tetratkis; archi: Quartetto Fauves, contrabbasso: Marco Forti; direttore: Paolo Marzocchi
Il viaggio in treno che deporta il giovanissimo ebreo italiano Roberto Bachi da Milano ad Auschwitz, raccontato attraverso la memoria di Vittorio, uno dei pochissimi compagni di viaggio a tornare vivo dall’orrore del lager, e attraverso l e ricerche incessanti di sua madre Ines. Al piano reale del racconto si sovrappongono le visioni in cui il ragazzo si rifugia per sopravvivere, come i personaggi dei libri di Salgari, del Libro della Giungla, ricordi del padre e della scuola. Un’opera sulla memoria, ma anche un’opera di memorie, musicali e reali. Una storia vera che è anche una storia universale.
Chi era Roberto?
Figlio di Armando Bachi, nato a Torino il 12 marzo 1929, ebreo, fu arrestato a Torrechiara di Langhirano il 17 ottobre 1943. Dopo aver trascorso un periodo di prigionia nel carcere di Milano, il 6 dicembre 1943 fu deportato nel campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove morì in data ignota. La pietra d’inciampo è stata posta l’11 gennaio 2020 in strada provinciale Pilastro 4 a Torrechiara (Langhirano, Parma).
da: https://pietredinciampoparma.it/armando_roberto_bachi
Per leggere, ascoltare e vedere su Il Viaggio di Roberto:
https://www.raiplay.it/video/2019/01/Il-viaggio-di-Roberto-972e9ce8-12b1-4de1-8a2e-6785e0b1297a.html
http://www.paolomarzocchi.it/composizioni/il-viaggio-di-roberto/
A seguire l’articolo di Chiara Gelmetti e la sua intervista al M° Paolo Marzocchi: Viaggio di Roberto_articolo ChG e Intervista Paolo Marzocchi